mercoledì, novembre 30, 2005
Un anticipo di Babbo Natale...
Tornato dal lavoro, mi sono addormentato sulla poltrona, ero piuttosto stanco e mi sono svegliato con dolori alla cervicale.
Per scrollarmi la sonnolenza di dosso, mi sono messo a girare per siti internet di arte, ma è arrivata una telefonata. Era mia madre.
Le solite chiacchiere tra madre e figlio, abbiamo sempre avuto un buon dialogo. Poi mi chiede: "Come sta Paolo?"... ed io mi sono illuminato!!!
Ho risposto che tutto va bene, che andiamo d'accordo,...
E lei: "In qualsiasi rapporto di coppia bisogna capirsi, bisogna trovarsi a metà strada: io capisco te e tu capisci me, bisogna condividere le cose che si fanno insieme,..."
Ero sul punto di piangere! Mia madre che ha pianto, quando ha saputo che sono gay, che mi detto che Dio fa tanti miracoli e... Beh! Mia madre, finalmente ha parlato di me e Cicitto, come di una COPPIA!!!
Ero al settimo cielo!!!
Non credo di aver sentito molto di quello che mi ha detto ancora. Ha parlato di vicini di casa, di tempo di salute.....Boh!!!
Una cosa è certa: Natale è proprio arrivato! Io ho ricevuto il mio primo regalo!
Sono andato a fare la spesa, per raffreddare l'animo da tanta eccitazione.
Certo non posso sperare in un completo ravvedimento da parte dei miei, ma è già un passo avanti!
Ho telefonato a Cicitto, intanto che ero all'Auchan, con la scusa che c'erano i cesti natalizi che cercava,... ma volevo solo sentirlo.
Ci sentiremo ancora sta sera e gli racconterò tutto...
Domani faremo il nostro IKEA night, con le solite spese non preventivate e cenando con i cibi svedesi. Deliziose amenità, che gli innamorati trovano irresistibili.
Per intanto vi saluto e vi abbraccio. Vostro, Sal.
PS. La foto all'inzio del post riporta la frase che Cicitto ha scritto sulla lavagnetta di casa.
martedì, novembre 29, 2005
Nevica ancora...
E' cambiato ancora il tempo!
Esco di casa che faceva freddo, ma sembrava tranquillo. Ero in sala di elettrofisiologia per un tilting test ad un tipo logorroico, quando entra Milly chiedendo se avessimo montato le catene alla macchina. Aveva cominciato a nevicare, in modo intenso e già attaccava di un buon cinque centimetri.
Panico! Cicitto è andato in auto al lavoro e temevo che lì, dove lavora lui, stesse nevicando di più o che le strade potessero essere impraticabili. Fino alle due non ho potuto chiamarlo, ma poi ho avuto la rassicurazione.....
Avendo finito le mie attività, sono venuto via dal lavoro un'ora prima. Mi sono riposato, ho gironzolato per siti internet, ho guardato la cassetta di Herry Potter, il prigioniero di Azkaban : bellissimo, anche se credo che tanto merito lo hanno i coprotagonisti.
Non ho cenato, non avevo fame e sono rimasto a guardare in TV il gala de "La Talpa" : una puntata inconcludente. Ma questi reality non avranno un pò stufato?!
Mi ha chiamato Cicitto e siamo stati al telefono per quasi mezz'ora, abbiamo fatto programmi per i prossimi giorni e non vedo l'ora di essere ancora stretti stretti.....
Dio, come AMO quest'uomo!!!
Saltando di palo in frasca, un omaggio al mio amio Giò: un pò di glittering ha sicuramente il suo effetto!
Per il momento vi saluto con un abbraccio. Vostro, Sal.
lunedì, novembre 28, 2005
Sex and the Brianza...
Cicitto è appena andato via ed io ho lavato i piatti intanto che guardavo "Sex and the city". Tutti così belli, così ricchi, con una vita intensa, tra mostre e teatri, tra feste e scelte di vita meravigliose tra New York e Parigi.
Ma laveranno mai i piatti o puliranno casa, andranno per supermercati,...?
Forse la nostra è una vita comune, ma è reale!
Le fictions sono perfette, perchè studiate e strutturate così. E' bello guardarle, ma non si può pensare di ripeterle, quando devi alzarti al mattino alle sei per andare a lavorare, magari in un cementificio.
Oggi Cicitto è arrivato alle cinque e mezza, ci siamo coccolati sul divano e poi siamo andati da sua sorella. Quattro chiacchiere, forse un pò stirate e poi siamo passati all'Auchan, dove Cicitto ha ritirato le camice e abbiamo fatto un giro per cercare qualcosa da portare a sua zia. Siamo tornati a casa e Lui era eccitato: ci siamo spogliati ed abbiamo iniziato sul divano. Eravamo già nel meglio, quando ha squillato il telefono fisso, stacco sempre il cell prima di inziare afare l'amore, ma il fisso lo hanno solo in pochi e temevo che fosse qualcosa di grave. Era Rosanna, per dirmi che il regalo per la Mamma va cambiato, per fortuna io ne avevo comprato un altro di emergenza.
Abbiamo ripreso e Cicitto è venuto sotto le mie mani, con grande gioia di entrambi. Poi siamo passati sul lettone, dove ci ho dato dentro io, arrivando a godere tantissmo, due volte in due giorni.
Ho preparato la cena: fusilli al pomodoro e basilico, polpettone al forno con patate, tartufo al cioccolato, chardonnay.
Una cena comune, di gente comune, di una famiglia comune.
Poi vedi un telefilm in TV, ma non te ne importa nulla. E allora pensi a quanti di noi, gay, prendono per oro colato quelle fantasticherie e provano ad emulare stili e modi. Non viviamo a New York, non lavoriamo da Vogue, non abbiamo amici che organizzano mostre,.....
Sono FELICE di quello che ho!!!
Certo, se mi capita di avere un giorno libero e riesco ad andare ad una mostra lo faccio, e ne capisco anche, ho gusto da vendere e conoscenza, ma poi torno alla mia vita comune, bella e piena di amici.
"Sex and the Brianza"! Meno glamour, meno fashion, meno glittering, meno BluMarine , ma tanto divertente.....
Per ora, vi saluto e vi abbraccio. Vostro, Sal.
domenica, novembre 27, 2005
Tra le notti e i giorni...
Dopo due notti di lavoro ed una di coccole, riecomi al PC, per raccontare...
L'ultima notte di lavoro l'ho trascorsa con Ciccio, un caro collega, che da metà dicembre andrà in pensione. Mi dispiace davvero perdere un caro amico, con il quale ho lavorato bene per dieci anni. Durante la notte, nonostante una signora che era completamente disorientata e che ha scagazzato per tutta notte, ed un altro che continuava a chiedere se non fossero le cinque e perchè non ci fosse già la luce, abbiamo chiacchierato a lungo. Mi ha chiesto di Cicitto, del nostro rapporto, anche intimo, indugiando anche su posizioni sessuali e ruoli e modi e...
.
Ricordo di quando ho conosciuto, per la prima volta Ciccio, pensavo che lui fosse gay, poi mi dissero che era sposato, ed io: " Questo non significa niente", ma ha anche due figlie, ed io: "..e con chi le ha fatte sua moglie?...". Ciccio ha gli atteggiamenti morbidi e le sensibilità che molti gay hanno, ma ha deciso... di essere etero. Gli voglio bene e mi mancherà!
Tornato a casa, ho dormito per tutta la mattinata del sabato, chiamando Cicitto solo alle tre. Poi mi sono messo in movimento: rasato, docciato, manicure, pedicure e poi davanti alla TV a ciolliare. Ad "Amici", come sempre, PAZZE a litigarsi la scena, tra ballerini e cantanti e l'immancabile Aldo Busi, con la sua versione "Vecchia Zia" di Za Za Gabor.
Quando è venuto Cicitto, ci siamo attardati sul divano con chiacchiere e coccole, quindi nel lettone, per fare tanto AMORE. Ci siamo alzati dopo quasi due ore, a mala voglia, per andare in giro per centri commerciali.
L'atmosfera di Natale è dappertutto: bellissimi addobbi, regali e tantissima gente che cerca regali. Ovviamente, la concentrazione di PAZZE è notevole: una coppia, di cui uno era un piccolo puffo Godolone insieme al suo compagno che reggeva un sacchettini dondolandolo, ma quando si è messo a camminare è stato il massimo, non camminava ma sfilava come una diva. Ma come ho detto ce n'era una folla di compagniucci, compresi
commercialisti, in cerca di "offerte speciali" tra i banconi dell'Iper.
Io ho trovato altri regali per la mie colleghe, con cui farò i turni di Natale e tra, un giro e l'altro si erano già fatte le dieci meno un quarto. Siamo tornati a casa, per lasciare gli acquisti e ci siamo trattenuti un poco. Quindi al ristorante. Era pieno e vociante, ad un tavolo vicino, c'era una coppia, uno dei quali sembrava che avesse in testa un gatto morto, una sorta di cappello di David Crocket andato a male. Uno dei camerieri era in palla, come dopo una dose di coca. Ma si mangia bene, come sempre. Per finire la cena, una meringa al cioccolato caldo con granella di amaretti... semplicemente divina. Siamo rimasti a lungo a parlare, anche delle ultime settimane di Cicitto, che ha vissuto con un qualche malessere, che avevo percepito, ma di cui non aveva vuluto parlarne, dicendo di sentirsi meglio dopo.
.
Siamo arrivati a casa che era già la una, Cicitto è andato a casa ed io sono rimasto a guardare la TV. Dopo diverse notti insonni, ho ancora difficoltà ad addormentarmi, tanto che si son fatte le due e mezza.
Sta mattina mi sono svegliato alle undici e mezzo, ma mi sono ciolliato nel letto e poi in poltrona, poi la telefonata a Cicitto, che stava pranzando. Ci vedremo nel pomeriggio, per andare anche dalla Topona, poi a fare la spesa, quindi cena e serata tranquilla alla TV. Prima di tutto, spero però di fare un poco di amooreee.
Ma di questo ne parleremo in un'altro post.
Per il momento, vi saluto e vi abbraccio. Vostro, Sal.
L'ultima notte di lavoro l'ho trascorsa con Ciccio, un caro collega, che da metà dicembre andrà in pensione. Mi dispiace davvero perdere un caro amico, con il quale ho lavorato bene per dieci anni. Durante la notte, nonostante una signora che era completamente disorientata e che ha scagazzato per tutta notte, ed un altro che continuava a chiedere se non fossero le cinque e perchè non ci fosse già la luce, abbiamo chiacchierato a lungo. Mi ha chiesto di Cicitto, del nostro rapporto, anche intimo, indugiando anche su posizioni sessuali e ruoli e modi e...
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Ricordo di quando ho conosciuto, per la prima volta Ciccio, pensavo che lui fosse gay, poi mi dissero che era sposato, ed io: " Questo non significa niente", ma ha anche due figlie, ed io: "..e con chi le ha fatte sua moglie?...". Ciccio ha gli atteggiamenti morbidi e le sensibilità che molti gay hanno, ma ha deciso... di essere etero. Gli voglio bene e mi mancherà!
Tornato a casa, ho dormito per tutta la mattinata del sabato, chiamando Cicitto solo alle tre. Poi mi sono messo in movimento: rasato, docciato, manicure, pedicure e poi davanti alla TV a ciolliare. Ad "Amici", come sempre, PAZZE a litigarsi la scena, tra ballerini e cantanti e l'immancabile Aldo Busi, con la sua versione "Vecchia Zia" di Za Za Gabor.
Quando è venuto Cicitto, ci siamo attardati sul divano con chiacchiere e coccole, quindi nel lettone, per fare tanto AMORE. Ci siamo alzati dopo quasi due ore, a mala voglia, per andare in giro per centri commerciali.
L'atmosfera di Natale è dappertutto: bellissimi addobbi, regali e tantissima gente che cerca regali. Ovviamente, la concentrazione di PAZZE è notevole: una coppia, di cui uno era un piccolo puffo Godolone insieme al suo compagno che reggeva un sacchettini dondolandolo, ma quando si è messo a camminare è stato il massimo, non camminava ma sfilava come una diva. Ma come ho detto ce n'era una folla di compagniucci, compresi
commercialisti, in cerca di "offerte speciali" tra i banconi dell'Iper.
Io ho trovato altri regali per la mie colleghe, con cui farò i turni di Natale e tra, un giro e l'altro si erano già fatte le dieci meno un quarto. Siamo tornati a casa, per lasciare gli acquisti e ci siamo trattenuti un poco. Quindi al ristorante. Era pieno e vociante, ad un tavolo vicino, c'era una coppia, uno dei quali sembrava che avesse in testa un gatto morto, una sorta di cappello di David Crocket andato a male. Uno dei camerieri era in palla, come dopo una dose di coca. Ma si mangia bene, come sempre. Per finire la cena, una meringa al cioccolato caldo con granella di amaretti... semplicemente divina. Siamo rimasti a lungo a parlare, anche delle ultime settimane di Cicitto, che ha vissuto con un qualche malessere, che avevo percepito, ma di cui non aveva vuluto parlarne, dicendo di sentirsi meglio dopo.
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Siamo arrivati a casa che era già la una, Cicitto è andato a casa ed io sono rimasto a guardare la TV. Dopo diverse notti insonni, ho ancora difficoltà ad addormentarmi, tanto che si son fatte le due e mezza.
Sta mattina mi sono svegliato alle undici e mezzo, ma mi sono ciolliato nel letto e poi in poltrona, poi la telefonata a Cicitto, che stava pranzando. Ci vedremo nel pomeriggio, per andare anche dalla Topona, poi a fare la spesa, quindi cena e serata tranquilla alla TV. Prima di tutto, spero però di fare un poco di amooreee.
Ma di questo ne parleremo in un'altro post.
Per il momento, vi saluto e vi abbraccio. Vostro, Sal.
venerdì, novembre 25, 2005
Notte insonne... per necessità...
Come al solito, smontando dalla notte, non riesco a prendere sonno.
Cicitto mi ha appena mandato un sms per dirmi che sarebbe andato al lavoro in treno, giacchè nevica. Gli ho risposto che concordo: sarei in ansia a saperlo in macchina con questo tempo.
La notte è stata abbastanza tranquilla, anche se alcuni pazienti erano un pò disorientati e necessitavano di un'attenzione particolare.
La povera Beltram aveva una guancia gonfia e dolente e dopo tante medicine, solo in mattinata ha trovato un pò di sollievo, ma si è ritrovata una guancia enorme.
Tra un campanello e l'altro, abbiamo parlato di Cicitto, del nostro rapporto, del rapporto con i miei genitori e mia sorella, mi sono divertito a raccontare dei miei nipoti: la notte è sempre il momento migliore per raccontarsi, per mostrare meglio la propria intimità. Abbiamo, ovviamente, anche parlato di sesso, ed è stato tutto molto naturale.
Di notte ti concedi confidenze, che alla luce del sole, non riesci a fare, si è più sciolti, un pò illanguiditi, sospesi tra il sogno e la veglia, cedono i pudori quotidiani, lasciando il posto alle verità notturne, i sogni prendono corpo, il subconscio si libera delle catene della razionalità, lasciando il posto alla complicità....
Forse, è meglio che chiuda e vada a dormire. Forse, sto straparlando..... Forse....
Per il momento vi saluto e vi abbraccio. Vostro, Sal.
giovedì, novembre 24, 2005
Serate tranquile...
Ieri sera, è venuto a casa Cicitto. Abbiamo chiacchierato, un pò sul divano. Poi, lui si è infilato sotto la doccia, ed io che lo sbirciavo dalla fessura della porta, già eccitatissimo.
Mi sono fatto trovare nel nostro lettone, già in erezione. Coccole, ma poi, ci siamo abbandonati ad un incontro sessuale strepitoso, in più posizioni, fino all'orgasmo finale, dentro di lui, che ha sentito la mia esplosione, nel suo profondo.
Ancora con le gamge molli. ci siamo attardati ad accarezzarci, con lunghi brividi e rumorosi vocalizzi, ai quali i miei vicini sono abituati ( "toh, c'è la macchina blu, allora si tromba..." ).
Poi la domanda fatidica: " Che voi magnà sta sera?" . Quindi ci siamo rivestiti, a mala voglia, giacchè avrei voluto ricominciare, e siamo andati all'Auchan per la spesa. Era stranamente vuota, ma sembrava un cruicing: coppie gay, sia maschili che femminili, single che reggevano il cestino della spesa come fosse una borsa di Chanel.
Tornati a casa, mi sono subito messo ai fornelli: risotto ai carciofi, nodini di vitello alle erbe, insalata di radicchio e rucola, panettoncino al cioccolato e anacardi glassati, chardonnay... Eravamo satolli.
In giro per la TV non c'era nulla di eccezionale, tranne il Gran Gala dell'Isola.
Alle dieci e venti, Cicitto è andato a casa ed io sono rimasto solo: lavato i piatti, navigato in internet, un pò di TV... Ma avete visto l'astrologo che parlava dei naufraghi? Una PAZZA colossale, che avevo già visto in alcune televisioni regionali, sostituito ora con altre PAZZE. Ma tutti i sensitivi sono Gay?
Oggi mi sono svegliato tardi, ho gironzolato tra i blog, fino a quando mi sono preparato per andare a pranzo da Cicitto.
E' sempre bello andare a trovarlo in banca. Siamo andati a pranzo con le sue coleghe: la Ranocchietta, la Squollida e la new entry BloodyMary, che ci ha rubato il posto contiguo. Mi è dispiaciuto non poter stare vicino al Mio Amore e poter fare piedino, ma non potevamo dire: "togliti dai coglioni, brutta stonza".
Tornato a casa, il pomeriggio è volato tra TV e telefonate, ora due chiacchiere in blog e poi andrò a lavorare.
Ci sentiremo con Cicitto dal reparto, verso le dieci e mezza. Spero che sia una notte tranquilla...
Vi abbraccio e vi rimando al prossimo blog. Vostro, Sal.
mercoledì, novembre 23, 2005
La vendemmia dei ricordi...
Oggi, finalmente, riposo. Me la sono ciolliata a letto, giacchè mi sono addormentato verso le quattro e mezza. Ero reperibile, fino alle due.
Poi ho chiamato Cicitto, che verrà a casa sta sera, visto che domani farò il turno di notte ( di solito ci vediamo il giovedì ).
Gli ho proposto di preparagli il risotto ai carciofi, lui ha approvato, quindi mi sono messo in cucina per praparare i carciofi da mettere nel risotto di sta sera.
Leggevo che, anche il mio amico Giò, ha avuto un attacco di "casalinghite", con qualche inconveniente di ritrovamenti inaspettati.
Sono stato richiamato, perchè non ho continuato la storia della mia infanzia, ma bisogna che mi trovi in uno stato di dolce malinconia...
Oggi è un buon giorno per ricordare...
...Ero stato rispedito in Sicilia: non potevano andare nella scuola svizzera i bambini di emigranti.
Ritrovavo mia sorella, e sarei rimasto con i nonni. Due settimane serene, con i miei genitori e mia sorella a casa nostra, insieme, andando al mare, girando per i paesi dell'Etna.
Ma due settimane passano in fretta e i miei partono.
Presto sarebbe arrivato ottobre, si iniziva senpre il primo di ottobre la scuola, al tempo.
Mio nonno aveva un fazzoletto di terra, piantato a vigna: non aspettavamo altro che si facesse la vendemmia. Per ciascuno era stato preparato un piccolo paniere, piccolo, con un coltellino, per poter raccolgliere i grappoli.
Ogni vendemmia era una festa! Al mattino ci siamo svegliati prestissimo, vestitici in fretta, ci siamo buttati tra le viti. Il nostro contributo alla vendemmia era solo di allegra confusione, il vociare, il cantare, l'impolverarci, tirandoci addosso chicchi d'uva. A metà mattinata, la pausa per mangiare: pane di casa con dentro la salsiccia arrostita al profumo di semi di finocchio selvatico. Ma il bello sarebbe venuto al momento della pigiatura. La piccola vigna di mio nonno non permetteva di fare vino a sufficienza e lui ne acquistava da altri vicini, il palmento ( dove pigiare l'uva ), lo chideva in prestito. Erano gli uomini a pestare l'uva, a piedi nudi. Ricordo il profumo del mosto, l'aria pregna di odori di uva e sudore, gli schizzi di mosto che inebriavano...
Tutti i raspi e le bucce, venivano raccolte al centro del palmento, si metteva una lunghissima treccia di canapa grossa, che veniva arrotolata a formare una piattaforma.... Quello era in nostro momento, ci facevamo lavare i piedi e venivamo messi sopra "u Sceccu" ( sceccu è l'asino, ma qui è chiamata quella treccia di canapa ). Era tradizione che fossero i bambini e le donna a benedire il vino con gli ultimi colti, prima della tochiatura.
La vendemmia fu un evento!
Ma mi aspettava il primo giorno di scuola.
Mio nonno aveva comprato la cartella, ma non voleva farmela vedere. Avevo girato tutta la casa, ma niente. Alla fine di settembre mi portò nella vigna, dove c'era un piccolo capanno per gli attrezzi fatto di canne, ed era li: marrone, con profili begie, con la forma tipica di quel periodo, a valigetta, con le splalline. Aveva un profumo di cose nuove, dentro c'era un astuccio con matite colorate, con quel profumo che solo allora sapevano dare, quaderni... Ero al settimo cielo!!!
Il primo giorno di scuola fu di grande confusione. Avevamo una sculoa piccola, per i bambini del quartiere, e nella stessa classe rinivano la prima, seconda e terza. I banchi di legno, con il piano inclinato, in alto la mensolina per le penne ed il foro per il calamaio (che io ho usato solo poche volte, poi hanno accettao le bic ).
Dopo la preghierina, la tragedia!!!!...
Ancora in piedi, vicino al banco, nei miei bei pantaloncini a quadretti bianchi e rossi, con il grembiulino nero nuovo di zecca ed il fiocco blu attaccato al collettino bianco candido... me la sono fatta sotto, letteralmente: un rivolo di caldo liquido giallino stava colando tra le mie gambe, formando una pozzangherina tra le mie scarpe a sandalo blu.
Orrore! Vergogna! I compagni che ridevano, la maestra chiama la bidella ( la signora Cirina, una donna piccola, minuta, curva, con uno stano modo di camminare ed un odore di naftalina ), che mi riporta a casa. La nonna non capisce, mi sgrida; io, tra le lacrime, dico che non voglio più andare a scuola. Ma l'indomani, la signora Cirina passa a prenderemi ed io, con la mia cartella nuova sulle spalle, la seguo, come per andare al patibolo.
Entrare in classe era trumatico, ma c'era tanta confusione, non mi avrebbero visto, speravo. Ma, preghierina e...... via ancora di pipì. Riaccompagnato a casa, mia nonna era furibonda. Urlandomi che non mi mancava nulla, mi ha preso a cinghiate.
Non ho mai più fatto al pipì in pubblico! Ancora adesso non riesco a farla se non sono chiuso in bagno o non sono assolutamente sicuro che non mi veda nessuno.
Solo da quando sto con Cicitto, riesco a farla anche se lui è in bagno con me. L'amore fa superare tante paure!!!
Ma ora mi scappa la pipì...
Meglio che vi lascio. Tornerò sul piccolo Sal in un altro post.
Un abbraccio. Vostro, Sal.
Poi ho chiamato Cicitto, che verrà a casa sta sera, visto che domani farò il turno di notte ( di solito ci vediamo il giovedì ).
Gli ho proposto di preparagli il risotto ai carciofi, lui ha approvato, quindi mi sono messo in cucina per praparare i carciofi da mettere nel risotto di sta sera.
Leggevo che, anche il mio amico Giò, ha avuto un attacco di "casalinghite", con qualche inconveniente di ritrovamenti inaspettati.
Sono stato richiamato, perchè non ho continuato la storia della mia infanzia, ma bisogna che mi trovi in uno stato di dolce malinconia...
Oggi è un buon giorno per ricordare...
...Ero stato rispedito in Sicilia: non potevano andare nella scuola svizzera i bambini di emigranti.
Ritrovavo mia sorella, e sarei rimasto con i nonni. Due settimane serene, con i miei genitori e mia sorella a casa nostra, insieme, andando al mare, girando per i paesi dell'Etna.
Ma due settimane passano in fretta e i miei partono.
Presto sarebbe arrivato ottobre, si iniziva senpre il primo di ottobre la scuola, al tempo.
Mio nonno aveva un fazzoletto di terra, piantato a vigna: non aspettavamo altro che si facesse la vendemmia. Per ciascuno era stato preparato un piccolo paniere, piccolo, con un coltellino, per poter raccolgliere i grappoli.
Ogni vendemmia era una festa! Al mattino ci siamo svegliati prestissimo, vestitici in fretta, ci siamo buttati tra le viti. Il nostro contributo alla vendemmia era solo di allegra confusione, il vociare, il cantare, l'impolverarci, tirandoci addosso chicchi d'uva. A metà mattinata, la pausa per mangiare: pane di casa con dentro la salsiccia arrostita al profumo di semi di finocchio selvatico. Ma il bello sarebbe venuto al momento della pigiatura. La piccola vigna di mio nonno non permetteva di fare vino a sufficienza e lui ne acquistava da altri vicini, il palmento ( dove pigiare l'uva ), lo chideva in prestito. Erano gli uomini a pestare l'uva, a piedi nudi. Ricordo il profumo del mosto, l'aria pregna di odori di uva e sudore, gli schizzi di mosto che inebriavano...
Tutti i raspi e le bucce, venivano raccolte al centro del palmento, si metteva una lunghissima treccia di canapa grossa, che veniva arrotolata a formare una piattaforma.... Quello era in nostro momento, ci facevamo lavare i piedi e venivamo messi sopra "u Sceccu" ( sceccu è l'asino, ma qui è chiamata quella treccia di canapa ). Era tradizione che fossero i bambini e le donna a benedire il vino con gli ultimi colti, prima della tochiatura.
La vendemmia fu un evento!
Ma mi aspettava il primo giorno di scuola.
Mio nonno aveva comprato la cartella, ma non voleva farmela vedere. Avevo girato tutta la casa, ma niente. Alla fine di settembre mi portò nella vigna, dove c'era un piccolo capanno per gli attrezzi fatto di canne, ed era li: marrone, con profili begie, con la forma tipica di quel periodo, a valigetta, con le splalline. Aveva un profumo di cose nuove, dentro c'era un astuccio con matite colorate, con quel profumo che solo allora sapevano dare, quaderni... Ero al settimo cielo!!!
Il primo giorno di scuola fu di grande confusione. Avevamo una sculoa piccola, per i bambini del quartiere, e nella stessa classe rinivano la prima, seconda e terza. I banchi di legno, con il piano inclinato, in alto la mensolina per le penne ed il foro per il calamaio (che io ho usato solo poche volte, poi hanno accettao le bic ).
Dopo la preghierina, la tragedia!!!!...
Ancora in piedi, vicino al banco, nei miei bei pantaloncini a quadretti bianchi e rossi, con il grembiulino nero nuovo di zecca ed il fiocco blu attaccato al collettino bianco candido... me la sono fatta sotto, letteralmente: un rivolo di caldo liquido giallino stava colando tra le mie gambe, formando una pozzangherina tra le mie scarpe a sandalo blu.
Orrore! Vergogna! I compagni che ridevano, la maestra chiama la bidella ( la signora Cirina, una donna piccola, minuta, curva, con uno stano modo di camminare ed un odore di naftalina ), che mi riporta a casa. La nonna non capisce, mi sgrida; io, tra le lacrime, dico che non voglio più andare a scuola. Ma l'indomani, la signora Cirina passa a prenderemi ed io, con la mia cartella nuova sulle spalle, la seguo, come per andare al patibolo.
Entrare in classe era trumatico, ma c'era tanta confusione, non mi avrebbero visto, speravo. Ma, preghierina e...... via ancora di pipì. Riaccompagnato a casa, mia nonna era furibonda. Urlandomi che non mi mancava nulla, mi ha preso a cinghiate.
Non ho mai più fatto al pipì in pubblico! Ancora adesso non riesco a farla se non sono chiuso in bagno o non sono assolutamente sicuro che non mi veda nessuno.
Solo da quando sto con Cicitto, riesco a farla anche se lui è in bagno con me. L'amore fa superare tante paure!!!
Ma ora mi scappa la pipì...
Meglio che vi lascio. Tornerò sul piccolo Sal in un altro post.
Un abbraccio. Vostro, Sal.
Reality e vita reale...
...E siamo arrivati anche al finale de "La Talpa"...
Baci abbracci, grandi discorsi, ma quando Sperti ha detto di voler dire la verità in diretta... bhe, ho pensato: finalmente un altro coming out.
Chi potrebbe dubitare del suo essere "della Famiglia"!
Ma così non è stato!
Ed io mi chiedo: ma quali reality?! La realtà rimane sempre un passo oltre la porta, ed i poveri uomini invisibili hanno perso la visibilità ci qualcuno che avrebbe potuto dire: "sì anch'io..".
Ma, alla fine, ciascuno deve fare ciò che si sente.
Passando ad un altro argomento...
Tra ieri e oggi, ho lavorato come un dannato.
Ieri sera abbiamo festeggiato Floxinia, per la sua laurea in Scienze delle Comunicazioni, con centodieci e lode.
Eravamo un bel gruppo e molti non sono riusciti a venire alla pizzata, ma hanno partecipato al regalo ed alla gioia per la nostra collega.
Cicitto è stato ad un corso di aggiornamento a Bergamo, dove ha trovato tante PAZZE e VELATE, che si nascondono, non tanto bene, sotto giacca e cravatta, ma quando portano il vassoio, a mensa, sono delle vere DIVE. Tante tracolline, assulutamente griffate, tanti polsi svolati ( l'atteggiamento che assume il polso di molti gay, che cede sotto il peso di una checcaggine appena nascosta ).
Oggi, stranamente, non avevo voglia di scrivere, ma poi, mi sono redento ed eccomi a voi in tutto il mio splendore....
Sta mattina, mi sono svegliato presto,dopo solo cinque ore di sonno, ma mi sono detto che dovevo rimanere ancora un pochino a letto. E così ho fatto.
Mi sono alzato verso le dieci e quaranta, qindi, mi sono messo in moto: ho passato l'aspirapolvere, ho lavato i pavimenti, ho lustrato il bagno, ho tolto la polvere, ho fatto andare la lavatrice, ho avuto anche il tempo di sedermi a guardare la Clerici che cucina.
Tornato a casa, finalmente, riposo: TV, telefonata di Cicitto, con il quale mi ero sentito anche all'ora di pranzo, e domani ci vedremo. Ho, anche staccato le tende, le ho messe in lavatrice e le ho, poi riappese.
Una giornata da donna di casa, anche se io preferisco definirla da single, giacchè, se non le faccio io, queste cose non me le fà nessuno.
E' fin troppo facile, starsene a casa dei genitori, con mammina che lava e strira.
So che tanti, come me, devono organizzarsi la vita e la casa, con realtive fatiche domestiche, ma è uno dei doveri di chi ha scelto la vita indipendente.
Devo ammettere che preferisco lavare e strirare, ma avere anche la possibilità di avere con me il Mio Amore: non potrei vivere la Gioia di condividere con Cicitto i momenti meravigliosi che abbiamo se fossi a casa dei miei.
Questo mi ripaga di tutto!!!
Amore Mio, sai quale sia il mio desiderio di condividere con te la mia vita intera, sogno il momento in cui staremo insieme sempre, giorno e notte...
Ma arriverà!!!
Per il momento chiudo. Vi saluto e vi abbraccio. Vostro, Sal.
domenica, novembre 20, 2005
Sabato sera....
Ieri pomeriggio Cicitto è venuto a casa e qui, dopo qualche chiacchiera sul divano, ci siamo accostati al lettone, dove abbiamo fatto l'amore, con grande passione e cionvolgimento, ribaltandoci e rigirandoci, fino all'esplosione...
Poi, a fare shopping ed io ho trovato un bel maglione. Unico problema è sempre collegato al colore: ne avevo provato uno rosa con un bel logo alle spalle, ma guardandomi allo specchio, mi è apparso un elefantino rosa della "Danza delle ore" di Disney, quindi ho ripiegato sul classico nero "che te sfila tando"...
Dal centro commerciale, siamo passati direttamente al ristorante, erano poco più che le nove, ma avevamo una fame che ci faceva gorgogliare la pancia. Il ristorante non era molto pieno, ma quei pochi personaggi che si vedevano erano sufficienti a riempire la sala: una buzzicona, con diversi chili che trabodavano dal pantalone a vita bassa di jeans elasticizzato, una magliettina strech che lasciava scoperto buona parte del girovita, regalandoci la visione di meravigliosi rotoli multipack; lei era in compagnia di un rustico con cappottino in pelle nera modello Matrix, peccato per li migliaia di bestie che hanno dovuto uccidere per confezionare in capetto daglia cinquntasei; con loro una coppia, che avrebbe dovuto fare causa al proprio estetista per come gli ha rifilato le sopracciglia tipo Diabolic delle Val Brembana.
Ma abbiamo mangiato benissimo, finendo con la nostra torta al cioccolato calda, accompagnata dal gelato alla vaniglia e panna.
Passati in ospedale per ritirare i turni di dicembre, e qui abbiamo trovato Nanà e Panna, già torturate da Zia Tibia, che minacciava di fare ricoveri a iosa. A casa, per prendere la macchina di Cicitto e via verso Bergamo, lui lascia la sua in garage, e poi verso il Divina.
Serata di pienone, come sempre. Ovviamente siamo finiti in tavolo in multiproprietà, dapprima con due distinti gruppi: una coppia di ragazzi di cui uno americano o...; l'altro, con ragazzi che no sapevano nè di carne nè di pesce. Ad un certo punto arrivano tre ragazze spagnole, che sembravano delle profughe e Lory, sollevati gli occhi al cielo, da vera diva: " Che vogliono queste kamikaze?". Ed, in effetti, erano proprio fuori di cranio. Ci chiedono se siamo italiani, ma con il vociare e la musica, non sentivo una parola. Poi abbiamo capito che non erano contente del drink, rigorosamente rosso, che le era stato consegnato, tanto che lo hanno fatto assaggiare: a me non piacciono i cocktail dolci e poi, cosa ne sapevo cosa ci potesse essere dentro, di sicuro era poco alcolico. Allora le desapareside vanno da Fulvio per farsi aggiungere del gin. Poi sono scomparse nel folto della massa, forse a far assaggiare ad altri il loro drink.
Lory era in piena forma, ballava, cantava ed organizzava la sala ed i camerieri nuovi, ma "vecchi de mestiere", PAZZE quanto mai. Di tanto in tanto gridava, con la voce superiore di almeno tre toni: "Coniugi Primicerioooo, andate in salottinoooo", ed invitava tutti ad essere presenti alla festa di mercoledì, in cui faranno i personaggi dell'Isola, con Lory del Santo, in testa. Bella musica dance, con il nuovo di Madonna in tutte le salse e qualcuno che ballava sulle sedie.
Essere li, ogni volta è uno spasso, ma dovrò chidere un indennizzo se continuo a nominarlo...
Ormai alle due passate, ci dirigiamo verso casa di Cicitto, bacio sotto il portone e poi verso casa.
Non sono riuscito a prendere sonno fin verso le quattro e mezza. Mi sono svegliato verso le undici e mezza, ma sono rimasto a letto a guardare le previsioni astrologiche di quella Stellassa di Fox.
Ho sentito Cicitto verso la una e mezza e, dalla voce, pareva alzato da poco. Ci vedremo più tardi e decideremo cosa fare per la serata.
E poi... eccomi a voi....
Ma, ora, vi saluto e vi abbraccio. Vostro, Ator.
Poi, a fare shopping ed io ho trovato un bel maglione. Unico problema è sempre collegato al colore: ne avevo provato uno rosa con un bel logo alle spalle, ma guardandomi allo specchio, mi è apparso un elefantino rosa della "Danza delle ore" di Disney, quindi ho ripiegato sul classico nero "che te sfila tando"...
Dal centro commerciale, siamo passati direttamente al ristorante, erano poco più che le nove, ma avevamo una fame che ci faceva gorgogliare la pancia. Il ristorante non era molto pieno, ma quei pochi personaggi che si vedevano erano sufficienti a riempire la sala: una buzzicona, con diversi chili che trabodavano dal pantalone a vita bassa di jeans elasticizzato, una magliettina strech che lasciava scoperto buona parte del girovita, regalandoci la visione di meravigliosi rotoli multipack; lei era in compagnia di un rustico con cappottino in pelle nera modello Matrix, peccato per li migliaia di bestie che hanno dovuto uccidere per confezionare in capetto daglia cinquntasei; con loro una coppia, che avrebbe dovuto fare causa al proprio estetista per come gli ha rifilato le sopracciglia tipo Diabolic delle Val Brembana.
Ma abbiamo mangiato benissimo, finendo con la nostra torta al cioccolato calda, accompagnata dal gelato alla vaniglia e panna.
Passati in ospedale per ritirare i turni di dicembre, e qui abbiamo trovato Nanà e Panna, già torturate da Zia Tibia, che minacciava di fare ricoveri a iosa. A casa, per prendere la macchina di Cicitto e via verso Bergamo, lui lascia la sua in garage, e poi verso il Divina.
Serata di pienone, come sempre. Ovviamente siamo finiti in tavolo in multiproprietà, dapprima con due distinti gruppi: una coppia di ragazzi di cui uno americano o...; l'altro, con ragazzi che no sapevano nè di carne nè di pesce. Ad un certo punto arrivano tre ragazze spagnole, che sembravano delle profughe e Lory, sollevati gli occhi al cielo, da vera diva: " Che vogliono queste kamikaze?". Ed, in effetti, erano proprio fuori di cranio. Ci chiedono se siamo italiani, ma con il vociare e la musica, non sentivo una parola. Poi abbiamo capito che non erano contente del drink, rigorosamente rosso, che le era stato consegnato, tanto che lo hanno fatto assaggiare: a me non piacciono i cocktail dolci e poi, cosa ne sapevo cosa ci potesse essere dentro, di sicuro era poco alcolico. Allora le desapareside vanno da Fulvio per farsi aggiungere del gin. Poi sono scomparse nel folto della massa, forse a far assaggiare ad altri il loro drink.
Lory era in piena forma, ballava, cantava ed organizzava la sala ed i camerieri nuovi, ma "vecchi de mestiere", PAZZE quanto mai. Di tanto in tanto gridava, con la voce superiore di almeno tre toni: "Coniugi Primicerioooo, andate in salottinoooo", ed invitava tutti ad essere presenti alla festa di mercoledì, in cui faranno i personaggi dell'Isola, con Lory del Santo, in testa. Bella musica dance, con il nuovo di Madonna in tutte le salse e qualcuno che ballava sulle sedie.
Essere li, ogni volta è uno spasso, ma dovrò chidere un indennizzo se continuo a nominarlo...
Ormai alle due passate, ci dirigiamo verso casa di Cicitto, bacio sotto il portone e poi verso casa.
Non sono riuscito a prendere sonno fin verso le quattro e mezza. Mi sono svegliato verso le undici e mezza, ma sono rimasto a letto a guardare le previsioni astrologiche di quella Stellassa di Fox.
Ho sentito Cicitto verso la una e mezza e, dalla voce, pareva alzato da poco. Ci vedremo più tardi e decideremo cosa fare per la serata.
E poi... eccomi a voi....
Ma, ora, vi saluto e vi abbraccio. Vostro, Ator.
Morbidi cuscini...
Ci sono i giorni i cui ti sembra di abbracciare dei morbidi cuscini.
Sarà la carenza di sonno, saranno le influenze astrali, sarà che mi sono rilassato dopo una settimana faticosa... ma oggi mi sembra che tutto sia al suo posto.
Oggi mi sono svegliato verso le sei e mezza, dopo esere andato a dormire alla una. Non ho il tempo di accendere il cell, che mi chiama Titty, aveva capito male ed era già pronta a partire. una volta che le ho spiegato che, forse era megio aspettare, ho fatto la doccia, mi sono preperato e siamo andati a prendere Popy e da qui a Lecco, per il corso di aggiornamento sull'elettrocardiogramma. Qui troviamo Guido, che viene raggiunto da una ragazza e da una PAZZA che fingeva di essere il suo ragazzo. Il corsoHè stato interessante, ma niente di nuovo: un buon ripasso. Ero l'unico ragazzo di tutta l'aula, non che cambiasse qualcosa.
Titty era assonnata e con il cellulare acceso, che suonava nei momenti meno opportuni. Popy con gli occhiale neri, al chiuso, dopo l'intervento agli occhi.
C'erano anche le zabette dell'emodinamica di Lecco, che molto mi hanno abbracciato...
Dopo il corso ci siamo fermati a pranzo alla mensa dell'ospedale e qui, rivedo Nemi (è diventata uno stecco, ma si sente una gran ficona, come sempre, tanto più che ora è l'amante del primario di chirurgia, che ha un'altra amante e la moglie.., ma questi sono cazzi loro...).
Toniamo a casa. Popy mi sembra stanca, ma acnche arrabbiata, per aver visto Guido; Titty guida peggio di me, ma ha un bellissimo fuori strada; io sono stranamente felice.....
A casa, accendo il PC e trovo la mail di Giò, a cui rispondo e poi, guardando un vecchio film in TV, vago per siti di arte.
Ho lasciato il Pc, per fare la doccia e, intanto che mi scorreva l'acqua calda sulla pelle, pensavo a quanto sia bello avere degli AMICI.
I colleghi (che non sono solo questo...); gli amici conosciuti, per caso, sul blog, come Giò ( meglio di un foulard di Hermes ), e tutti gli altri...
Sento il rumore della macchina di Cicitto...
Vi lascio e vi abbraccio. Vostro: Sal.
Sarà la carenza di sonno, saranno le influenze astrali, sarà che mi sono rilassato dopo una settimana faticosa... ma oggi mi sembra che tutto sia al suo posto.
Oggi mi sono svegliato verso le sei e mezza, dopo esere andato a dormire alla una. Non ho il tempo di accendere il cell, che mi chiama Titty, aveva capito male ed era già pronta a partire. una volta che le ho spiegato che, forse era megio aspettare, ho fatto la doccia, mi sono preperato e siamo andati a prendere Popy e da qui a Lecco, per il corso di aggiornamento sull'elettrocardiogramma. Qui troviamo Guido, che viene raggiunto da una ragazza e da una PAZZA che fingeva di essere il suo ragazzo. Il corsoHè stato interessante, ma niente di nuovo: un buon ripasso. Ero l'unico ragazzo di tutta l'aula, non che cambiasse qualcosa.
Titty era assonnata e con il cellulare acceso, che suonava nei momenti meno opportuni. Popy con gli occhiale neri, al chiuso, dopo l'intervento agli occhi.
C'erano anche le zabette dell'emodinamica di Lecco, che molto mi hanno abbracciato...
Dopo il corso ci siamo fermati a pranzo alla mensa dell'ospedale e qui, rivedo Nemi (è diventata uno stecco, ma si sente una gran ficona, come sempre, tanto più che ora è l'amante del primario di chirurgia, che ha un'altra amante e la moglie.., ma questi sono cazzi loro...).
Toniamo a casa. Popy mi sembra stanca, ma acnche arrabbiata, per aver visto Guido; Titty guida peggio di me, ma ha un bellissimo fuori strada; io sono stranamente felice.....
A casa, accendo il PC e trovo la mail di Giò, a cui rispondo e poi, guardando un vecchio film in TV, vago per siti di arte.
Ho lasciato il Pc, per fare la doccia e, intanto che mi scorreva l'acqua calda sulla pelle, pensavo a quanto sia bello avere degli AMICI.
I colleghi (che non sono solo questo...); gli amici conosciuti, per caso, sul blog, come Giò ( meglio di un foulard di Hermes ), e tutti gli altri...
Sento il rumore della macchina di Cicitto...
Vi lascio e vi abbraccio. Vostro: Sal.
venerdì, novembre 18, 2005
Il piacere di parlare...
Il solito televoro...
Stavo giarando per i canali e chi ti vedo... Cesare Cremonini con il suo video "Maggese"...Bhe sembrava una PAZZA fatta e finita: con la manina sul fianco, modello teiera, come si dice nel film "In & Out".Mosse e mossettine, tipo Jamiroquai della bassa padana, ammiccamenti, ed il sempre inseparabile "amico" Ballo....
Magari, sono solo stupide fantasie, ma.....
Saltando di palo in frasca...
rispondevo alla mail del mio amico Giò ed intanto mi sono venute in mente i mille viaggi, su e giù per l'Italia.
Da quando, a quattro anni, i miei genitori decidono di partire per la Svizzera. Lo pensano la notte e nel giro di poco partono: una millecento grigia con i sedili rossi, quello anteriore unico ed il cambio sul volante. Io stavo dietro, siamo partiti di sera, sul traghetto mi sono addormentato, ma, quando eravamo sulle colline di Villa San Giovanni, mia madre mi sveglia per farmi guardare le luci dello Stretto: non potrò scordarlo mai, solo quattro anni, ma un ricordo indelebile, misto tra sgomento, malinconia e panico. Non sapevo cosa mi aspettasse in quell'altro luogo che non conoscevo, avevo lasciato la mia casa, i muri consciuti, gli odori e le luci, le mie cose, mia sorella ed i mei nonni: avevo lasciato tutto, avevo solo i miei genitori, che ora mi mostravano un panorama che mozzava il fiato ad un bambino assonnato.
Due anni a Lugano ( prima ad Aldesago, sulle colline a picco sul Lago, poi in centro, a Mulino Nuovo ). Anni da solo, tremendamente solo: aspettavo che fosse sabato perchè mia madre fosse a casa, e con lei andare da Negresco o alla Migros. Bei vestiti, annisettanta, pantaloni sotto il ginocchio a quadretti bianchi e rossi, magliettina polo rossa con il colletto blu, calzettoni bianchi... ero un bambino bellissimo, con la riga di lato ed un abbozzo di ciuffo sulla fronte. Mi specchiavo nella vetrina del fioraio sotto casa, dove c'era una fontana a forma di stagno con rane verdi di pietre colorate.... Mi sembrava di essere dentro una favola.
Quando tornavo in Sicilia, non ero più riconosciuto: certo che i bambini cambiano tanto in fretta, ma c'era anche un senso d'invidia per me che avevo visto cose diverse, cose belle in posti belli, che indossava vestiti che loro solo si sognsvano....
Ma cosa ne sapevano loro di quanto fossi stato triste, del freddo che avvolgeva tutti quei posti belli, la neve è bella sui libri, ma camminarci sopra per un bambino abituato alla polvere..., non c'erano altri bambini nel cortile, cosa me ne facevo del meccano...
Ma le leggi svizzere parlano chiaro: possono andare a scuola solo i bambini che hanno la residenza svizzera. Quindi, come un pacco postale, torno in Sicilia per iniziare la prima elementare.
Siamo solo asei anni...Meglio che smetta o vi annoierete a morte.
Forse continuerò il racconto in un altro post.
Torniamo ad argomenti più leggeri.
Oggi è stata la giornata delle telefonate: Cicitto, all'ora di pranzo, che per non dare un passaqggio ad un collega che gli sta sui coglioni, ha detto che doveva venire a casa mia perchè ero bloccato con una lombalgia (facciamo le corna);prima di andar via dal reparto ha chiamato Popy, per dirmi che era passata in banca a salutare Cicitto, e ci siami accordati per domattina; tornato a casa, mi ha chiamato Valeria, la mia maestra di medianità, che mi ha rimproverato di non esserci visti da quattordici mesi, ma a me sembra ieri (il tempo vola quando ci si diverte); poi ha richiamato Cicitto, che in macchina, in colonna, aveva voglia di sentire la voce del Suo Amore; ho chiamato io la Mamma Adottiva, perchè pensavo di andare a cena da loro, ma lei stava male, ha preso un brutto scivolone, lunga e bella chiacchierata, ma non me la sono sentita di andare e metterla nella condizione di dover cucinare, il Papà Adottivo insisteva perchè andassi, era disposto a cucinare lui; dopo aver fatto la spesa, con una coda di trenta minuti alla cassa, arrivo a casa e squilla il telefono (ho la suoneria della rana pazza, in versione discoteca), era la mia ex collega Rosa di Siracusa (noi abbiamo lavorato insieme a Bergamo), che mi ha ragguagliato su famiglia, lavoro, salute, relazioni extra coniugali, etc etc, il tutto in quaranta minuti di chiamata.
Sono felice di aver ricevuto tutte queste telefonate, anche se ho l'orecchio che mi bolle, in più, acceso il PC, ho trovato la mail di Giò ed, intanto che sto scrivendo, mi ha richiamato Cicitto, per il saluto della notte,... ah dimenticavo che Titty mi ha trovato in web ed ho interrotto il post per fare due chieacchiere anche con lei.
Chi manca all'appello?
Posso solo dire: contattatemi...
Ma, per il momento vi saluto e vi abbraccio. Vostro, Sal.
Stavo giarando per i canali e chi ti vedo... Cesare Cremonini con il suo video "Maggese"...Bhe sembrava una PAZZA fatta e finita: con la manina sul fianco, modello teiera, come si dice nel film "In & Out".Mosse e mossettine, tipo Jamiroquai della bassa padana, ammiccamenti, ed il sempre inseparabile "amico" Ballo....
Magari, sono solo stupide fantasie, ma.....
Saltando di palo in frasca...
rispondevo alla mail del mio amico Giò ed intanto mi sono venute in mente i mille viaggi, su e giù per l'Italia.
Da quando, a quattro anni, i miei genitori decidono di partire per la Svizzera. Lo pensano la notte e nel giro di poco partono: una millecento grigia con i sedili rossi, quello anteriore unico ed il cambio sul volante. Io stavo dietro, siamo partiti di sera, sul traghetto mi sono addormentato, ma, quando eravamo sulle colline di Villa San Giovanni, mia madre mi sveglia per farmi guardare le luci dello Stretto: non potrò scordarlo mai, solo quattro anni, ma un ricordo indelebile, misto tra sgomento, malinconia e panico. Non sapevo cosa mi aspettasse in quell'altro luogo che non conoscevo, avevo lasciato la mia casa, i muri consciuti, gli odori e le luci, le mie cose, mia sorella ed i mei nonni: avevo lasciato tutto, avevo solo i miei genitori, che ora mi mostravano un panorama che mozzava il fiato ad un bambino assonnato.
Due anni a Lugano ( prima ad Aldesago, sulle colline a picco sul Lago, poi in centro, a Mulino Nuovo ). Anni da solo, tremendamente solo: aspettavo che fosse sabato perchè mia madre fosse a casa, e con lei andare da Negresco o alla Migros. Bei vestiti, annisettanta, pantaloni sotto il ginocchio a quadretti bianchi e rossi, magliettina polo rossa con il colletto blu, calzettoni bianchi... ero un bambino bellissimo, con la riga di lato ed un abbozzo di ciuffo sulla fronte. Mi specchiavo nella vetrina del fioraio sotto casa, dove c'era una fontana a forma di stagno con rane verdi di pietre colorate.... Mi sembrava di essere dentro una favola.
Quando tornavo in Sicilia, non ero più riconosciuto: certo che i bambini cambiano tanto in fretta, ma c'era anche un senso d'invidia per me che avevo visto cose diverse, cose belle in posti belli, che indossava vestiti che loro solo si sognsvano....
Ma cosa ne sapevano loro di quanto fossi stato triste, del freddo che avvolgeva tutti quei posti belli, la neve è bella sui libri, ma camminarci sopra per un bambino abituato alla polvere..., non c'erano altri bambini nel cortile, cosa me ne facevo del meccano...
Ma le leggi svizzere parlano chiaro: possono andare a scuola solo i bambini che hanno la residenza svizzera. Quindi, come un pacco postale, torno in Sicilia per iniziare la prima elementare.
Siamo solo asei anni...Meglio che smetta o vi annoierete a morte.
Forse continuerò il racconto in un altro post.
Torniamo ad argomenti più leggeri.
Oggi è stata la giornata delle telefonate: Cicitto, all'ora di pranzo, che per non dare un passaqggio ad un collega che gli sta sui coglioni, ha detto che doveva venire a casa mia perchè ero bloccato con una lombalgia (facciamo le corna);prima di andar via dal reparto ha chiamato Popy, per dirmi che era passata in banca a salutare Cicitto, e ci siami accordati per domattina; tornato a casa, mi ha chiamato Valeria, la mia maestra di medianità, che mi ha rimproverato di non esserci visti da quattordici mesi, ma a me sembra ieri (il tempo vola quando ci si diverte); poi ha richiamato Cicitto, che in macchina, in colonna, aveva voglia di sentire la voce del Suo Amore; ho chiamato io la Mamma Adottiva, perchè pensavo di andare a cena da loro, ma lei stava male, ha preso un brutto scivolone, lunga e bella chiacchierata, ma non me la sono sentita di andare e metterla nella condizione di dover cucinare, il Papà Adottivo insisteva perchè andassi, era disposto a cucinare lui; dopo aver fatto la spesa, con una coda di trenta minuti alla cassa, arrivo a casa e squilla il telefono (ho la suoneria della rana pazza, in versione discoteca), era la mia ex collega Rosa di Siracusa (noi abbiamo lavorato insieme a Bergamo), che mi ha ragguagliato su famiglia, lavoro, salute, relazioni extra coniugali, etc etc, il tutto in quaranta minuti di chiamata.
Sono felice di aver ricevuto tutte queste telefonate, anche se ho l'orecchio che mi bolle, in più, acceso il PC, ho trovato la mail di Giò ed, intanto che sto scrivendo, mi ha richiamato Cicitto, per il saluto della notte,... ah dimenticavo che Titty mi ha trovato in web ed ho interrotto il post per fare due chieacchiere anche con lei.
Chi manca all'appello?
Posso solo dire: contattatemi...
Ma, per il momento vi saluto e vi abbraccio. Vostro, Sal.
La paura di essere felici...
Questa sera, Cicitto è venuto a casa e dopo un pò di coccole sul divano, parlando della giornata di entrabi, lui va sotto la doccia, mentre io lo aspetto nel lettone. Ancora tocchi, carezze, baci, quindi... AMORE, sesso se volete, ma con una grande passione che ogni volta ci trasfigura.
Cicitto sembrava un pò pensieroso e, così, abbiamo iniziato a parlare.
Da principio, non voleva dire il motivo, ma, poi, su mia insistenza, mi dice che sono tornate le sue paure: che io lo possa lasciare per un'altro, che possa succedere un accidente per cui ci dovessimo allontanare o non potessimo vederci, che possa subentrare una malattia,.... insomma le solite...
Allora ho incominciato a dire le mie: che un'aquila gigante gli possa cagare in testa cambiadogli il colore dei capelli, facendoli diventare viola; Che io possa scivolare sulla cacca di un elefante, rimanendo soffocato per la puzza; che un satellite impazzito cada sulla sua auto, non riuscendo a riscuotere l'assicurazione; che un'onda di tzunami esca dalle rive del Brembo distruggendo la casa;....
Ovviamente, ci siamo messi a ridere.
Il vero pericolo è che si assumano degli atteggiamenti mentali negativi.
Gli dicevo che quasi mi vergogno... di definirmi FELICE! Come ho già detto, "cosa potrei chiedere di più?"
Amore Mio, io sono felice perchè ti amo e so che tu ami me; sono felice di aver condiviso con te questi tre anni e di prevedere molti annni ancora insieme; sono felice che tu godi con me, sono felice di cucinare per noi; sono felice quando i miei amici mi chiedono di te e quando i tuoi chiedono di me, quando ci considerano una coppia; sono felice quando tu dici che sembiamo una famiglia ed io ti correggo che siamo una famiglia, una famiglia con due case, ma con un unico amore; sono felice........
Potrei andare avanti all'infinito!!!
Adesso, forse, è meglio che chiuda.
Un abbraccio. Vostro, Sal.
Cicitto sembrava un pò pensieroso e, così, abbiamo iniziato a parlare.
Da principio, non voleva dire il motivo, ma, poi, su mia insistenza, mi dice che sono tornate le sue paure: che io lo possa lasciare per un'altro, che possa succedere un accidente per cui ci dovessimo allontanare o non potessimo vederci, che possa subentrare una malattia,.... insomma le solite...
Allora ho incominciato a dire le mie: che un'aquila gigante gli possa cagare in testa cambiadogli il colore dei capelli, facendoli diventare viola; Che io possa scivolare sulla cacca di un elefante, rimanendo soffocato per la puzza; che un satellite impazzito cada sulla sua auto, non riuscendo a riscuotere l'assicurazione; che un'onda di tzunami esca dalle rive del Brembo distruggendo la casa;....
Ovviamente, ci siamo messi a ridere.
Il vero pericolo è che si assumano degli atteggiamenti mentali negativi.
Gli dicevo che quasi mi vergogno... di definirmi FELICE! Come ho già detto, "cosa potrei chiedere di più?"
Amore Mio, io sono felice perchè ti amo e so che tu ami me; sono felice di aver condiviso con te questi tre anni e di prevedere molti annni ancora insieme; sono felice che tu godi con me, sono felice di cucinare per noi; sono felice quando i miei amici mi chiedono di te e quando i tuoi chiedono di me, quando ci considerano una coppia; sono felice quando tu dici che sembiamo una famiglia ed io ti correggo che siamo una famiglia, una famiglia con due case, ma con un unico amore; sono felice........
Potrei andare avanti all'infinito!!!
Adesso, forse, è meglio che chiuda.
Un abbraccio. Vostro, Sal.
mercoledì, novembre 16, 2005
...E domani Arriva Cicitto...
Mo me sfogo!
Finalmente ci risono. Ho già scritto un post, ma non riuscivo a staccarmi dal PC, ora che è tutto a posto. Ho saputo che anche Zenigata ha avuto dei problemi.
Stavo guardando "L'Isola dei famosi" e vedevo che alla vergogna non c'è limite.
Quel tipo di Zechila che si è sbrodolato addosso storie di ogni genere e poi a "Domenica In", qualcuno insinua che sia ga...y?
Le piccole viperelle di quelle miss da strapazzo che non hanno niente da dire...
Il panciottino di Ferrini, che arriva in finale...anche le PAZZE hanno un posto in paradiso.
Ma la donna dell'anno è lei: la mia Lory. Surreale, assolutamente VIP, sempre con tre quarti meraviglioso...
Salto di palo in frasca, come mio solito.
Ho appena sentito il Mio Cicitto, e mi ha dato un'energia incredibile. Ha parlato del blog (non capisco in che termini), ed abbiamo ricevuto un invito a Canzo (che non so neanche dove si trovi o come ci si arrivi).
Sono FELICE quanto mai, di quelle felicità che ti lascino dentro la forza per affrontare i giorni avvenire.
Ho sentito al telefono mia madre, mia sorella, i miei nipoti e Popi, ho anche trovato in messanger Titty...
Sono una Pasqua!!!
Esagero! Ma è il calo adrenalinico dopo tre giorni d'inferno e,poi, domani...., arriva Cicitto e non vedo l'ora di stare con lui: il Mio Lui, il MIo Essere Supremo e Meraviglioso.....
Forse smetto... forse vi saluto e vi abbraccio...
Vostro, Ator.
Cosa potrei chiedere di più?...
Per fortuna, grazie a Dio, sono riuscito ad entrare di nuovo nel mio blog e poter scivere.
Ieri, stavo scrivendo, volendo aggiungere un'mmagine, si è bloccato tutto.
Panico!
Ho cercare di contattare Giò, che mi ha rassicurato.
Ora che posso ancora parlare, vi racconto cosa è successo nei giorni scorsi.
Lunedì è stata una tragedia!
Ero arriavato in ospedale per le sette e mezza e sono riuscito a tornare acasa solo per le cinque.
Una procedura lunga e laboriosa, abbiamo fatto ben ottanta minuti di scopia ( raggi X, per intenderci ), ed oggi, con lo stesso paziente, altri settantatre minuti. Credo che se ci mettessimo una lampadina in bocca si accenderebbe, come lo Zio Fester Addams.
Ieri, è andata meglio.
Eravamo più tranquilli, tanto che si è arrivati a parlare dei reagli di Natale. Marco ( il medico, conosciuto anche come "L'incompreso", perchè ha come intercalare "mi sono spiegato" ), mi ha chiesto cosa mi aspettassi da Babbo Natale. Io ho risposto che non desideravo nulla: "Ho l'Amore del Mio Cicitto, ho l'affetto dei miei amici, faccio un lavoro che mi piace, col mio stipendio vivo bene, potendomi permettere di fare regali alle persone che amo, ... Cosa potrei chiedere di più?!".
Credo di averlo spiazzato, tanto che è rimasto in silenzio per qualche minuto. Poi, insieme all'ingegniere che ci assiste in alcune procedure, hanno sentenziato che sono "Fortunato".
Forse lo sono.
Ma per anni ho pregato di poter avere un Amore, di essere accettato, di essere indipendente. Oggi, mi capita di pensare che Dio mi abbia baciato un fronte.
La mia frase chiave è: "Il pensiero positivo crea azioni positive".
L'ingegniere che ci ha assistito oggi, è un ragazzo gentile e carino e... una PAZZA. Quando l'apparecchio di scopia è andato in tilt, è arrivato in sala anche il tecnico di radiologia e, manco a dirlo, altra PAZZA. Sembrava di trovarsi al Divina.
Ora che sono a casa, davanti al mio PC, potendo raccontare le mie giornate, col pensiero che fra qualche ora sentirò il Mio Cicitto,..... mi sento davvero fortunato!
Per il momento, ho, forse, sproloquiato troppo.
Quindi vi saluto e vi abbraccio. Vostro,Sal.
domenica, novembre 13, 2005
La buona, vecchia Disco...
Ieri pomeriggio, sono andato a casa di Cicitto. Abbiamo fatto un poco di amore, poi a far shopping. C'è già aria di Natale nell'aria.
Tornati a casa abbiamo preparato le piadine, insieme in cucina, con il tavolo piccolino, ma molto intimo, la televisione di quattordici pollici in bianco e nero sul frigo.
E' stato tutto molto famiglia!
Eravamo satolli...
Dopo il caffè, ci siamo accorti che erano già le undici e mezza. Quindi, ci siamo messi in macchina, alla volta di Caravaggio, verso il nostro, vecchio, caro StudioZ. E' il posto che ci ha uniti e torniamo sul luogo del delitto, di tanto in tanto.
Non abbiamo trovato traffico, per strada, nè molta gente in Disco, cioè, per essere un sabato sera, ed in più c'era anche Carolina Marquez come ospite.
La musica è sempre la migliore che si possa sentire, quando Carolina ha fatto il suo minishow si è riempita la pista al suono di "Ritmo".
E' stato bello rivedere i vecchi abituè: dalla mitica Rosetta, la colonna portante dello Studio, che a sessantanni balla la disco e la tecno; c'erano le "Americane", due puttanons, che sembrano appena scese dal tavolo per una lapdance, tutine super aderenti con aperture nei punti strategici, stivaletti con zeppe da venti centimetri, ed ovviamente occhiali stile Holliwood, una è mora e l'altra finta bionda e non si capisce mai se siano in caccia, al lavoro o vogliano solo lesbicare; c'era "Muso di cavallo" con "Nipotino" e relativa ragazza, con la quale non abbiamo mai capito se stia insieme o meno; c'erno se solite Vecchie Glorie, ma anche diverse lesbiche palesi.
Mi è piaciuto molto, abbiamo ballato ... e, sul divanetto, sembrava di essere tornati ai primi tempi, in cui ci accrezzavamo le ginocchia con fare un pò furtivo.
Siamo venuti via verso le due e quaranta, strada libera, viaggio tranquillo.
Lasciato Cicitto sotto casa, bacino e via verso casa.
Non ruiscivo a prendere sonno, tanto che sono arrivate le quattro e mezza.
Alle dieci e mezza ero già sveglio, ma non mi andava di alzarmi.
Ora sono qui con voi, in attesa di chiamare Cicitto, che ancora dorme: è inutile chiamarlo prima della una passata, ma non è un problema...
Nel pomeriggio andremo a trovare "a Topona" e finiremo la serata cenando insieme... il programma non è malvagio.
Per il momento, vi saluto e vi abbraccio. Vostro, Sal.
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