venerdì, novembre 11, 2005

...Se gli amici sapessero...

Ieri sera è stata davvero esilarante.
Cicitto è arrivato a casa verso le cinque e venti, coccole e poi...via nel lettone dove abbiamo fatto un poco di amore: è sempre meraviglioso stare dentro di lui, caldo, accogliente, profondo; è fantastico sentirlo uggiolare intanto che assesto colpi poderosi, fino al culmine... quando esplodo in lui, rimanendo senza fiato con le gambe tremanti...

Siamo poi rimasti accoccolati a gurdare un pò di "Isola", accarezzandoci intanto. Ma dovevamo andare a cena fuori, e così siamo stati costretti ad alzarci.

Siamo arrivati con un pò di anticipo, il tempo di fumare una sigaretta (solo io sono il fumatore, Cicitto non ha di questi vizi: è astemio, non fuma, mangia in modo sano, si allena tre volte asettimana...). Non eravamo ancora entrati che già Giovanni faceva " i sciemo ", non avevamo prenotato, ma abbiamo trovato egualmente posto.
La cena è andata avanti tra battute e risate, cenato molto bene; abbiamo guardato le foto delle vacanze. C'è stato un momento in cui i nostri ospiti continuavano a chiedere perchè non portassi in Sicilia Cicitto, e insistevano e insistevano, ed io che avrei voluto urlare che, essendo gay, i miei genitori non mi permettono di portare il mio compagno a casa loro. Ero quasi con il nodo in gola e gli occhi mi si stavano arrossando per lacrime incipienti. Ma il mio Amore non vuole che i suoi amici sappiano di lui ed io non posso certo esporlo, anche se sono convinto che loro già sappiano, fanno finta di non sapere, aspettando che sia Cicitto a parlargliene.


Non ci eravamo accorti che fossero già le dodici e un quarto. Salutati i nostri amici, via verso casa. C'era un pò di nebbia, ma poco più che foschia, e questo ha messo adosso Cicitto in ansia, tanto più che sarebbe arrivato a casa per la una e oggi doveva alzarsi allo solito orario e... Insomma mi ha salutato con estrema fretta ed è andato.
Io sono rimasto da solo davanti alla TV, non riuscendo a prendere sonno, ero tentato di chiamarlo, per sapere se fosse arrivato senza problemi, ma temevo che già avesse spento il cellulare.
Erano quasi le quattro quando ho spento la tele, mi sono svegliato verso le dieci, ho rassettato casa ed ora sono qui con voi.
Nel pomeriggio andrò dalla Mamma Adottiva. Poi vi racconterò.

Per ora vi saluto con un abbraccio. Vostro, Sal.

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